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La fuffa è dietro l’angolo

Ho sempre pensato che scrivere contenuti di qualità significhi condividere ciò che si impara lungo il percorso, piuttosto che avere la pretesa di insegnare qualcosa a chi legge.

“Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma l’anziano conosce la strada”.

Così un proverbio africano spiega la saggezza di chi ha vissuto abbastanza intensamente e a lungo, da aver accumulato un ricco bagaglio di conoscenze.

E ‘una frase da applicare a tutti gli aspetti della vita, del lavoro e dell’imprenditoria.

Al giorno d’oggi, l’esperienza personale, le abilità di settore ma ancor di più le competenze acquisite e maturate, rappresentano le fondamenta sulle quali costruire un percorso per diventare un imprenditore di successo.

L’arte del problem solving e l’autogestione non si studiano sui libri e nemmeno si imparano a scuola, ma si apprendono sul campo.

Sono passati tre anni dalla decisione di occuparmi di consulenza e formazione per i fotografi professionisti, una scelta di nicchia e di un mercato ben definito.

Ho capito anche, purtroppo, in questi tre anni che se tu non sei parte della soluzione ci sono bei soldi da fare nel prolungare il problema dei tuoi interlocutori ma questo modus operandi non mi si addice perché significa trasferire tanta fuffa.

La fuffa si combatte creando un’alternativa, un’alternativa di qualità, un’alternativa di concretezza.

La fuffa non è più sinonimo, ormai da molto tempo, della lanugine che si forma nei tessuti, o dell’accumulo di peli o di polvere (sotto forma di batuffoli).

La fuffa, si riconosce per la sua caratteristica totale mancanza di utilità (come la definisce Nonciclopedia) e va combattuta per evitare che ci si convinca che la rete sia un luogo affollato da venditori di false pozioni miracolose.

Un luogo dove non trovi professionisti in grado di aumentare il fatturato e la marginalità (in questo caso del fotografo), ma solo di furbetti abili a sfilare soldi dalle tasche di poveri sprovveduti.

 

fuffaroliLa fuffa prospera tra i fotografi

 

La fuffa prospera tra i fotografi perché misurano poco e parlano troppo o se preferisci: la fuffa non attecchisce dove ci sono professionisti che misurano tutto, che fanno continui test, che guardano al ROI (Ritorno dell’investimento) e ad aumentare le conversioni, e non ai like e a tante altre inutili Vanity metric.

È invece facile trovare i fuffaroli tra i fotografi dove è possibile riempirsi la bocca di roboanti termini da “milanese imbruttito”.

La fuffa è parente delle chiacchiere da bar, degli stereotipi, dei luoghi comuni, delle frasi fatte.

La fuffa odia invece i numeri, i fogli Excel, l’analisi scientifica, gli A/B test e/o percorsi di formazione o consulenza che non siano basati su precise e rigorose basi numeriche (Business Plan, Marketing & Action plan, Conto Economico).

Personalmente credo che la parola fuffarolo possa essere ricondotta a due tipi di personaggi che abitano il Web e che spesso si sovrappongono:

il fuffarolo che, complice una buona abilità oratoria (e anche un buon numero di follower), si presenta come professionista competente del settore.

il cialtrone, semplicemente. una persona che sa poco e niente di web marketing e social media marketing, ad esempio, ma, complice la richiesta di mercato dei servizi inerenti, cerca di guadagnare il più possibile, spesso sulle spalle di fotografi poco tecnologici e sprovveduti.

 

fuffafreeLa Fuffa è sempre in agguato

 

Ci sono persone che amano la fuffa, e se la vanno a cercare con il lanternino e lo sai perché?

Perché fondamentalmente la fuffa è tranquillizzante, ti dice quello che vuoi sentirti dire, non ti impegna, non ti chiede di fare fatica.

La fuffa ti fa credere che con la sola forza della mente (MINDSET) puoi ottenere tutto.

Ovviamente, tutto ciò accadrà senza alzarti dal divano, ma solo comperando qualche magico libro, qualche corso, che magari nemmeno leggerai, perché basta averlo acquistato per sentirti realizzato, per farti credere di aver imboccato un percorso che ti porterà verso i soldi, il successo, la crescita personale e professionale, verso la prosperità.

E invece hai solo arricchito un fuffarolo, e dopo qualche settimana/mese verrai attratto verso qualche altra sorsata di quell’olio di serpente che anziché guarire tutti i tuoi mali, guarisce solo il conto in banca del furbetto di cui sopra.

Ecco allora il bignami della fuffa in 10 punti

  1. La fuffa non ha età o sesso: i fuffaroli possono essere giovani o vecchi, uomini o donne.
  2. La fuffa è presente negli ambiti del web marketing che hanno da sempre calamitato i cialtroni, vedi i Social, ma attecchisce anche in quelli più “scientifici” come la SEO.
  3. La fuffa è indipendente dal percorso scolastico, anche se molti fuffaroli amano vantarsi del loro titolo di studio mettendo sempre il “Dottore” davanti a nome e cognome.
  4. Un modo semplicissimo per individuare un fuffarolo è andare a scavare nel suo passato lavorativo, ade esempio:

– Non ha mai fatto nulla nella vita, ma si atteggia a Guru, allora è fuffa.

– E’ molto difficile trovare suoi riferimenti online, allora è fuffa

– Non ha un profilo LinkedIn, ma sprizza saccenza e spocchia da tutti i pori, allora è fuffa.

  1. Spiego meglio il punto appena sopra:

– Vedi un corso o un evento sulle Tecniche di vendita o come vendere, fatto da qualcuno che non ha mai ruoli di vendita? Allora è fuffa.

-Vedi un corso o un evento sul Personal Branding, fatto da qualcuno che a malapena è conosciuto dai suoi familiari stretti, allora è fuffa.

  1. Se senti qualcuno che in ogni frase da 10 parole ne mette 2-3 in inglese, e ha sul biglietto da visita una qualifica incomprensibile, è assai probabile che sia un fuffarolo.
  2. Se vedi in azione un esperto in supercazzole, voli pindarici o digressioni filosofiche, è quasi certo che sia un fuffarolo.
  3. Se per un dato argomento ti dicono che vale tutto, ma anche il contrario di tutto, chi te lo dice è un fuffarolo.
  4. Se ti dicono che basta fare un piccolissimo sforzo per ottenere un enorme risultato, ovviamente PAGANDOGLI migliaia di euro, perchè ti sveli questo segreto, sei al 100% in presenza di fuffa.
  5. Ma soprattutto: se al primo posto vengono sempre parole come engagement, listening, automation mentre fatturato, ROI e margine commerciale lordo non vengono mai menzionati, allora SCAPPA! sei in presenza di fuffa allo stato puro!

Molti fuffaroli si propongono come veri e propri Guru, capaci di far risorgere dalle ceneri anche i professionisti più disastrati.

Ma tutti i nodi vengono al pettine e oltre a non aiutare l’Imprenditore, spesso causano un ulteriore arretramento.

Riconoscerli non è facile, lo so, e voglio aiutarti a riconoscere chi davvero merita la tua fiducia da chi invece si potrebbe rivelare un fuffa coach mettendo in evidenza 4 punti.

 

prima impressione non conta

1-La prima impressione non conta

 

Ebbene sì, i fuffa coach sono abilissimi nel fare un’ottima prima impressione e spesso sono portatori sani di entusiasmo ed energia positiva.

Dopo una breve chiacchierata, dove usano le parole giuste al posto giusto, viene subito voglia di mettersi in gioco, di fare, d’osare.

Poi si arriva in studio (se vengono nel tuo studio…) e ci si confronta con il bilancio, i clienti, le procedure e le complessità che ogni giorno affronti ed ecco che le parole perdono contatto con la realtà, si decontestualizzano e diventano aria fritta.

In poche parole, questi consulenti dicono di avere la patente, ma non hanno mai guidato una macchina (o un’attività nel nostro caso).

Penso che l’esperienza sul campo, il contatto diretto con la vita di un’azienda e le difficoltà che ogni giorno si vivono e si cercano di superare siano un requisito fondamentale per diventare un coach efficace.

Non bastano i corsi, gli attestati e le qualifiche ma occorre aver lavorato sul campo.

Personalmente approdo alla professione di Mentor dopo una ultraventennale esperienza da libero professionista e manager aziendale nel settore fotografico.

 

2- L’età conta… almeno un pò

 

No, non ti sto chiedendo di chiedere gli anni al tuo potenziale coach, ma allo stesso tempo penso che questa variabile sia fondamentale e sia strettamente collegata a due aspetti: esperienza e consapevolezza.

Certamente a venti o trent’anni non avrei mai potuto offrire la mia consulenza di coaching, perché ero nel bel mezzo della mia formazione e crescita personale e professionale.

Questo discorso vale soprattutto per il settore della fotografia professionale, dove la conoscenza dell’evoluzione del mercato, della tecnologia e dei costumi di acquisto dei clienti finali degli ultimi 10 -15 anni fa la differenza.

 

3-Soluzioni magiche: no, grazie

 

Se pensi che affidarti ad un consulente sia la soluzione migliore per avere risposte pronte o soluzioni magiche ad ogni tuo problema sei sulla cattiva strada.

Non esiste una soluzione magica, ogni studio fotografico o meglio ogni uomo è un soggetto attivo, libero e pensante.

Non hai bisogno di risposte ma di domande, occorre acquisire un metodo che può essere declinato in diverse soluzioni, ognuno la sua.

Perciò diffida da chi ti offre “pacchetti di soluzioni complete dalla A alla Z”, oppure i “segreti che nessuno ti ha mai svelato” per vendere di più ed essere felice.

Non esiste una ricetta segreta o formula magica.

Fare consulenza one to one è tutta un’altra storia: è ascoltare il proprio interlocutore e attraverso gli spunti e le domande giuste (date da un’esperienza reale sul campo) farlo arrivare alla soluzione giusta e su misura.

Tutto questo facendolo nel tuo studio o dove opera solitamente, applicando l’arte della Maieutica di Socrate.

Tutto il resto è aria fritta.

 

4-Il vero campanello d’allarme sono i prezzi

 

Se è esageratamente basso, significa che stai parlando con un “professionista” disperato.

Nel senso che non ha sufficiente lavoro e sta provando con il prezzo basso a raccattare clienti per sopravvivenza.

Un vero esperto dovrebbe vivere bene perché conosce l’arte di attirare e mantenere i clienti, e quindi non dovrebbe svendersi.

Se invece ha costi esageratamente alti. Siamo in presenza di strutture o di professionisti più strutturati.

Devono coprire i costi, devono pagare i collaboratori e devono anche guadagnare e quindi il costo è molto più alto, perché sono più persone che devono guadagnare anziché una.

Tenendo conto di quello che ti ho appena detto, devi chiedergli:

  • Referenze
  • Recensioni
  • Storia personale
  • Risultati
  • Casi di studio
  • Listini prezzi

In questo modo sicuramente ti metti al riparo dai fuffaroli o presunti professionisti che fino a ieri facevano un altro lavoro e oggi si sentono “social media manager” ed “esperti di marketing” solo perché hanno fatto un corso di 4 ore online.

Sappi che in Italia almeno l’80% dei cosiddetti esperti di marketing non è tale semplicemente perché di professione non fa l’imprenditore.

Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto e ti levi dalle scatole un po’ di finti professionisti che magari ti stanno ronzando attorno.

Ti posso garantire che nel momento in cui gli chiederai delle referenze o delle recensioni, molti palchi si smonteranno…ancor di più se chiederai i dati dei casi di studio che hanno avuto e trattato come consulenti.

Ma soprattutto chiedigli i risultati, i numeri quelli veri.

Allori sì che vedrai proprio sparirne molti perché non hanno molti clienti soddisfatti ma poche e vaghe recensioni.

Alternativamente hanno pochi clienti e mostrano sempre i soliti tre e ti accorgerai da solo che hai rischiato veramente grosso.

A questo punto se ritieni di voler approfondire i percorsi di formazione o le soluzioni di consulenza one to one che ti metto a disposizione, non dovrai fare altro che compilare il form alla mia pagina contatti >>> QUI

Riceverai una e-mail con un questionario da compilare. Compilalo e rimandamelo, ti ricontatterò per una chiacchierata via Skype gratuita con un solo e dichiarato obiettivo: decidere insieme i primi passi da fare.

Ricorda che faccio sempre il tifo per te!

 

 

 

 

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