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Un’ immagine (non) vale più di mille parole?

 

I Fotografi di tutto il mondo definiscono lostorytelling” come mezzo per far sapere ai clienti che le loro immagini rappresentano molto più che semplici istantanee o belle foto.

Ma c’è un pericolo in questo termine sovrautilizzato e soprattutto, causa di una incorretta comunicazione: quanto spesso senti (o dici) il vecchio detto che un’immagine vale più di mille parole?

È facile (e allettante) immaginare che i potenziali clienti s’innamorino del tuo lavoro a prima vista ed è anche un’idea romantica, nata dalla forte convinzione del potere dell’immagine fotografica di catturare, trasmettere e suscitare emozioni tali da ispirare facilmente qualcuno all’acquisto.

Ma questo potere è reale o immaginario?

A giudicare dal gran numero di siti web di fotografia dove vedo le parole assomigliare a una specie in via di estinzione, sembra che la maggior parte dei fotografi abbiano sposato quest’idea, ma personalmente credo che la risposta stia nel mezzo.

Un’immagine vale più di mille parole

Usare il potere delle parole per descrivere un’immagine in tutti i suoi dettagli, sia visti che non visti, è qualcosa che molti fotografi evitano di fare.

Sei un artista visivo non uno scrittore -dirai- e ti aggrappi segretamente alla convinzione che le tue fotografie abbiano il fantastico potere di incantare e convincere i potenziali clienti senza che tu debba proferire parola.

Ma non funziona, vero? Che ne dici di provare un esperimento per misurare il potere delle parole?

Immagina questa scena …

Sei a casa tua e sei seduto comodamente con il resto della famiglia aspettando con il fiato sospeso l’ultimo episodio della tua serie TV preferita. Saranno svelati i misteri dell’episodio precedente?

Lo spettacolo inizia e gli occhi di tutti sono incollati allo schermo e l’avventura sta per iniziare…..

Questo è il momento preciso in cui colpisci e premi il pulsante “muto” sul telecomando, quindi attendi mezzo secondo. In quel momento, potresti osservare uno stato generale di perplessità e confusione sui volti intorno a te nella stanza: C’è qualcosa che non va nella TV? Cosa sta succedendo? Perché non si sente nulla?

La stanza si riempie di panico e in pochi secondi, l’attenzione si rivolge verso di te: “Riaccendi!”  “Come facciamo a capire cosa sta succedendo se non c’è la voce?”

Se un’immagine vale più di mille parole, ce ne sono 24.000 che emanano silenziosamente dallo schermo televisivo ogni secondo! Eppure, poche significano qualcosa senza il beneficio delle parole effettivamente pronunciate dagli attori!

Puoi vedere le immagini, ma il significato è drasticamente compromesso senza le parole pronunciate dai personaggi sullo schermo innanzi a te, con le loro bocche che si aprono e si chiudono come pesci rossi boccheggianti

Probabilmente è il momento di ripristinare il suono per placare le urla di protesta. Cosa hai capito?

Che le parole potrebbero essere altrettanto importanti delle immagini stesse per la completa comprensione di una storia e come fotografo professionista dovresti riflettere sul fatto che i tuoi potenziali clienti, forse, potrebbero trarre beneficio dalla scoperta di una storia nelle tue fotografie.

Un’ immagine (non) vale più di mille parole

Possiamo allora essere d’accordo sul fatto che un’immagine vale più di mille parole? Assolutamente sì, ma vorrei puntualizzare che solo una grande fotografia vale più di mille parole,

Le fotografie sono, in sostanza, dei segreti intrappolati in un batter d’occhio e il fotografo ha il compito di rivelarli, unendoli a parole con le quali vuole connettersi con le persone.

A meno che non ti sforzi di raccontare delle storie, le tue fotografie perderanno così tanto del loro significato diventando poco più che versioni imbavagliate di sé stesse, ombre indistinte della vera storia che cerchi di trasmettere.

Una fotografia, presentata da sola, senza una struttura di riferimento testuale, diventa vulnerabile a un significato assegnato erroneamente o male interpretato, preso fuori dal contesto o semplicemente etichettato come un’altra “bella foto”.

Peggio ancora, le persone che guarderanno le tue immagini senza una storia di supporto, sono inclini a fissare elementi che non hanno alcuna rilevanza, come il colore di un abito, il cappello di qualcuno, un volto che sembrano di riconoscere, la scelta delle scarpe del soggetto, o (per gli immancabili “zio Bob”) un difetto non intenzionale dell’immagine: ma soprattutto non erano lì con te quando hai scattato la foto.

Eri lì!  hai scattato la fotografia esattamente nel momento in cui l’hai vista, ma la persona che guarderà la tua fotografia non era lì con te, al tuo fianco o nella tua mente, osservando cosa avviene attraverso i tuoi occhi.

Hanno solo un’idea limitata di ciò che stava realmente accadendo, ma non possono leggere nella tua mente, quindi dovrai raccontarglielo.

La Fotografia è una forma di comunione tra il fotografo, il soggetto e colui che guarda, ma senza una storia di supporto, faresti il terribile errore di negare a un osservatore le stesse informazioni che avevi al momento dello scatto.

Storytelling e il Fotografo professionista

Per la stragrande maggioranza dei fotografi professionisti, l’obiettivo finale del Marketing dovrebbe essere la generazione di nuovi contatti.

Ma questi non appaiono magicamente dal nulla, devi entrare in contatto con persone che potrebbero non aver mai conosciuto te o le tue fotografie ed aiutarli a conoscerti e a fidarsi abbastanza da farli diventare tuoi clienti.

Il Marketing dello Storytelling è una GRANDE parte del tuo piano di generazione di potenziali clienti o LEAD GENERATION.

Le storie sono state per secoli il modo di tramandare conoscenza e la condivisione di una storia sul tuo sito web oggi, non è molto diversa da quella raccontata a tutta la tribù attorno a un falò dopo una dura giornata di caccia in Amazzonia.

L’idea che tu possa raccontare storie attraverso le sole fotografie o che una foto valga più di mille parole in teoria è un’idea fantastica ma in pratica non funziona, scoprendo amaramente che le tue fotografie non si vendono da sole.

Condividere le tue fonti di ispirazione e la tua visione della scena che l’osservatore sta guardando, ti farà sembrare più reale e genuino e le persone apprezzeranno di più ciò che fai.

Come creare una storia con parole e immagini

Ovviamente, non esiste una formula rigorosa o magica, ma ecco i 7 consigli che ti aiuteranno a evitare di cadere nella trappola di creare un altro post sul blog dove l’unica cosa che senti di dover dire è quanto è stato divertente o come tutti siano felici. Queste 7 idee trasformeranno il modo in cui racconti le tue fotografie.

# 1: Qual è stata l’ispirazione

Ogni fotografia professionale viene scattata per un motivo e a meno che non ti sposti per fare foto a caso, qualcosa sulla scena che hai ripreso, ha prima catturato te e la tua immaginazione.

Qual è stata la scintilla che ti ha ispirato a inquadrare nel modo in cui l’hai fatto, a scegliere quella apertura, l’ISO e la velocità dell’otturatore, per poi premere il pulsante di scatto?

All’inizio può sembrare difficile e potresti doverci pensare, ma condividere l’ispirazione che sta dietro al tuo lavoro è un modo meraviglioso per permettere alle persone di iniziare a vedere le tue immagini allo stesso modo.

# 2: Dove e quando avviene la storia

Sebbene una fotografia sia solo un momento, un ricordo catturato in un batter d’occhio, quel momento ha avuto luogo in un contesto, in un luogo e a un’ora specifica.

Non è sempre immediatamente ovvio a colui che guarda dove è stata scattata una fotografia o quando, ed è qui che puoi dare al tuo potenziale cliente un punto di riferimento fondamentale per immedesimarsi nella storia che stai raccontando.

Conoscendo semplicemente dove e quando, il potenziale cliente può anche essere in grado di estrapolare e dedurre nuovi dettagli pertinenti alla storia e renderla più reale nella propria mente.

# 3: Cosa è successo prima e dopo la foto

Molte volte, un’immagine non esisterebbe affatto se non fosse per gli eventi precedenti e seguenti, ma solo tu sai quali sono stati quegli eventi.

La storia della tua fotografia non riguarda solo l’immagine stessa, ma la storia dalla quale è stata estratta.

Aiutare chi guarda a comprendere questo livello di prospettiva li avvicinerà empaticamente a te e alla fotografia stessa.

# 4: Cosa sta succedendo fuori dall’inquadratura

Dato che eri lì in quel momento, hai anche il vantaggio di sapere cosa stava succedendo fuori dall’inquadratura: l’azione periferica, per così dire.

Ma quell’informazione è persa per l’osservatore, come se l’inquadratura fosse il confine del mondo, oltre il quale non esiste nient’altro.

Il tuo lavoro, come nessuna storia è completa senza Emozione., è quello di far luce sul mondo oltre l’inquadratura, per contribuire a far vivere la tua immagine come parte di un quadro più ampio.

# 5: Evoca una risposta emotiva

Sono sicuro che non scatti le tue fotografie perché abbiano effetto zero sulle persone.

Non importa quale tipo di fotografia fai, il tuo miglior lavoro susciterà sempre un certo tipo di emozione nelle persone che la vedono, tuttavia, non sempre uscirà dalla fotografia o “scoppierà” nella mente di chi guarda con tutta quella forza che potrebbe avere se combinassi l’immagine a delle parole giuste (non sto suggerendo di esagerare) ma la giusta quantità di parole emozionanti spese per la tua storia può fare miracoli.

# 6: Scrivi i tuoi testi con Personalità ed Emozione

Ogni bravo storyteller comprende l’importanza di infondere la propria personalità nella storia.

Una chitarra è solo uno strumento di legno, metallo e corde … fino a quando un musicista dotato la prende e ci aggiunge la propria personalità ed emozione.

La Personalità e l’Emozione sono elementi essenziali di ogni grande storia, indipendentemente dal mezzo con la quale viene narrata.

Ora, nessuno si aspetta che tu scriva come Oriana Fallaci o Manzoni, ma ti consiglio di rilassarti, dimenticare di cercare di essere bravo e smettere di preoccuparti se scrivi bene o meno (ma occhio all’ortografia!), consentendo di conoscere veramente chi sei e come sei, il che a sua volta genererà fiducia. E non dimenticare l’Emozione: nessuna storia è completa senza Emozione.

# 7: Coinvolgi tutti i sensi

Scrivere non riguarda solo la vista o l’azione fisica di qualcuno che usa gli occhi per leggere le tue parole.

Mentre leggiamo, le immagini mentali risuonano nelle nostre teste ed ogni frase che scorriamo, mentre il nostro cervello lavora, costruiscono un mondo dipinto dalle parole.

Ciò significa che dovremmo colpire tutti e cinque i sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto.

Ad esempio, fai attenzione a ciò che la tua mente fa leggendo questo breve passaggio:

“La sabbia minacciava di bruciare qualsiasi piede osasse calpestarla, ma era anche l’unica via per le fresche onde che si infrangevano con quel seducente “whoosh” sulla spiaggia pochi metri più avanti. Gli uccelli marini solcavano il cielo azzurro, le loro grida ti sfidavano a tentare. Mentre fai un respiro profondo, l’inconfondibile odore di crema solare riempie le tue narici, trasportato dalla leggera brezza. Il richiamo delle onde è troppo forte, così ti fai coraggio ed affronti il dolore temporaneo che dovrai sicuramente sopportare e fai un ultimo tratto per il sollievo nelle fredde acque del mare.”

Potresti entrare in empatia con il dolore di camminare sulla sabbia calda per raggiungere il mare? Anche se non ho descritto la spiaggia esattamente, scommetto che la tua mente ha completato la storia con molti dettagli delle tue esperienze personali.

Ora immagina qualcuno che leggesse le righe sopra accanto a una fotografia della scena. Come cambierebbe la sua prospettiva di ciò che ha appena letto?

Se potessi comunicare la storia nella giusta maniera, pensi che sarebbe sufficiente per far capire ai tuoi potenziali clienti perché sei un fotografo diverso dagli altri ?

È ora di raccontare le tue storie da solo: so che puoi farcela ed io faccio il tifo per te! ma se desideri aiuto in questo percorso, contattami tranquillamente la prima ora è gratis >>>

 

 

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