Vai al contenuto

Liberati dal “Non ce la faccio…”

 

L’articolo di oggi è un po’ diverso dal solito perché, affronterò un argomento di cui sono particolarmente appassionato: la Motivazione

Penso che sarai d’accordo sul fatto che troppo spesso si sente dire “Non ce la faccio…”.

  • “Continua a provare, e ce la farai” … Non ce la faccio…”
  • “Va bene, alzati e riprova” … Non ce la faccio…”
  • “Ho bisogno che questa cosa sia fatta entro domani” … Non ce la faccio…”
  • “Puoi farlo per me?” …Non ce la faccio…”
  • ” È difficile, ma puoi farcela” … Non ce la faccio…”

Onestamente, mi fa impazzire sentir dire “non ce la faccio” semplicemente perché non si pensa (o non si crede) di potercela fare. Non so se hai visto il film del 1997 ” L’urlo dell’odio”, con Anthony Hopkins e Alec Baldwin.

La storia è imperniata su tre uomini bloccati nella natura selvaggia dell’Alaska, armati solo della loro intelligenza, della loro grinta e intraprendenza. La situazione è drammatica con l’orso Kodiak, assetato di sangue, che dà loro la caccia.

Ma il personaggio di Anthony Hopkins ricorda costantemente al ragazzo interpretato da Alec Baldwin che “quello che un uomo può fare, anche un’altra persona può farlo …”

Non rovinerò il finale del film nel caso tu non l’abbia visto, ma penso che il concetto sia chiaro.

O cambi o non sei stufo

O cambi o non sei stufo

Se veramente non ce la fai più puoi fare soltanto due cose:

  • Arrenderti del tutto, rassegnandoti ad essere carne da macello.
  • Disabituarti dalle dinamiche della vita, e prendere progressivamente distanza dai vecchi modelli indirizzandoti verso dei nuovi e diversi.

In alternativa, esisterebbe una terza strada, che è quella percorsa dal 95% delle persone. Sto parlando di quelli che si sono arresi ma che ogni tanto sperano nel gratta e vinci, nella politica, nella realizzazione “miracolosa” del loro sogno.

Non sei veramente stufo fino a quando non agisci o non ti arrendi del tutto. Dire che non ce la fai più” significa rimanere in quel 95%, in quella terza strada tipica degli Ignavi dell’Anti Inferno Dantesco.

Se fino ad ora questa è stata una critica al modo di agire di alcuni fotografi, sebbene non sia attribuibile alla professione ma piuttosto alla persona, non voglio accontentarmi di questo perché criticare senza fornire una soluzione diversa e praticabile lascia il tempo che trova!

Non ne puoi più vero? Oh no, assolutamente no! Ce la fai, ce la farai eccome, perché avrai sempre la speranza di poter uscire un giorno da questa situazione. Ci sarà sempre la possibilità di imbattersi in una difficoltà, è vero, ma non può esistere una difficoltà senza una soluzione.

O ti arrendi del tutto e rinunci alla speranza, o cambi, poiché ripetere ogni giorno non ce la faccio più” significa affermare il contrario: ti adatterai, ti “zombificherai” e ce la farai, riuscirai fino alla fine a restare in vita, senza aver vissuto veramente. Quello che devi fare è continuare a credere in te stesso, perché hai tutto ciò che ti occorre per uscirne vincitore.

Adesso, ti voglio raccontare una storia alla quale sono molto legato. Un uomo si sentiva perennemente oppresso dalle difficoltà della vita e se ne lamentò con un famoso maestro spirituale, esclamando “Non ce la faccio più! Questa vita mi è insopportabile”

Il maestro prese una manciata di cenere e la lasciò cadere in un bicchiere pieno di limpida acqua da bere che aveva sul tavolo, dicendo: “Queste sono le tue sofferenze”

Tutta l’acqua del bicchiere si intorbidì e si sporcò. Il maestro la buttò via. Prese un’altra manciata di cenere, identica alla precedente, la fece vedere all’uomo, poi si affacciò alla finestra e la buttò nel mare. La cenere si disperse in un attimo, e il mare rimase esattamente com’era prima. Vedi?”, spiegò il maestro, “ogni giorno devi decidere se essere un bicchiere d’acqua o il mare “.

Che cosa ha a che fare questa storia con la professione di fotografo? Tutto!

non ce la faccio

Liberati dal “non ce la faccio…”

Ogni settimana parlo con molti fotografi di tutta Italia, visto che il mio obiettivo, come sai, è aiutare i fotografi come te a migliorare la loro immagine personale e avere più clienti.
Ma sai una cosa? Non è facile! In effetti, può essere incredibilmente difficile.

Ho sentito “Non ce la faccio…” così tante volte negli ultimi anni che sta iniziando a sembrarmi un disco rotto. Quando mi capita di sentire non ce la faccio più, mi pongo sempre questa domanda: è vero?

Io penso che a volte ci capita di pensare che quello che stiamo affrontando sia “troppo”, che non ne possiamo più, che non “possiamo sopportarlo”. Quando mi vengono questi pensieri, o mi esprimo in questi termini, mi fermo subito, sorrido e mi chiedo: “Fede, ma davvero non puoi farlo? Non puoi resistere? Non puoi sopportarlo? Davvero non ce la fai? “.

La risposta è immancabilmente:No, certo che posso! “

Ma perché, o meglio, quando ci succede di pensare di non potercela fare o che non possiamo andare avanti in quel modo, sopportando certe situazioni o certi problemi? Quando abbiamo paura!!

Paura di stare male, o magari di stare peggio se continueremo in quel modo. Se non ce la fai più è perché hai raggiunto un limite oltre il quale sai che starai male, troppo male, troppo rispetto a quello che tu ritieni di poter sopportare.

E così diciamo di esserestanchi, di non avere la forza per farlo. La paura è sempre legata alla sofferenza. Dietro ogni timore c’è sempre quello di stare male e soffrire.

Quando penso di non farcela, di non poter sopportare una certa situazione o un certo problema, è proprio perché attribuisco a quel problema, a quella situazione, il potere di farmi stare male Non la voglio sopportare perché sono certo che questo significherà stare male, e non mi va, quindi decido difuggire dal dolore verso il piacere

In realtà niente e nessuno ha il potere di farci soffrire o di renderci felici. Le nostre emozioni dipendono sempre e solo da noi. Quando ti trovi di fronte alla paura (e lei è presente tutte le volte che provi un’emozione negativa) devi sempre cercare di definire bene il problema.

Ecco alcune domande utili da farsi:

  1. Cosa mi spaventa esattamente?
  2. Cosa temo che accada?
  3. Per quale motivo questa cosa la considero un pericolo?
  4. In che modo penso che inciderà negativamente sulla mia vita?
  5. Come posso risolvere la questione?
  6. Prevenire o evitare il problema?

Tieni bene a mente che tu hai paura solo di quelle cose che ritieni abbiano un impatto negativo (rappresentato dalla sofferenza) sulla tua vita. Così facendo non avrai paura e non ti porrai nemmeno il problema se ce la farai a sopportarle o meno. La sofferenza, in realtà, non è nelle situazioni che vivi, non è nei problemi che devi affrontare, ma nella tua mente.

Se non ce la faccio più, significa che sto rifiutando quello che ho di fronte a me.  Il mio rifiuto crea la mia sofferenza. Non quello che devo affrontare. Quando scelgo di poter sopportare tutto, accetto la realtà (rifiutare un problema lo risolve per caso?) e smetto di creare sofferenza.

Ciò a cui opponi resistenza persiste

dice un detto Buddista, debbo affrontare e risolvere il problema, così da non stare più male e scoprire che ce la faccio.

Eccome se ce la faccio!! ?

Per ogni paura, quindi, cerca una soluzione. Ma ricordati sempre, che esiste la soluzione delle soluzioni, l’unica che funziona sempre e comunque:

Essere disposti a sopportare quel che ci capita

Non dimenticare che rifiutare i problemi non li cancellerà e che accettarli non significherà subirli passivamente, ma prenderne atto nella maniera giusta. Se lo farai, accettando di affrontarla e di fare tutto il necessario senza arrenderti mai, la paura scompare e con lei la sofferenza, e tu diventerai invincibile.


Il pesce vivo nuota controcorrente, è quello morto che galleggia, seguendo il corso del fiume

 

Tu puoi scegliere, in ogni momento della tua giornata, i tuoi pensieri. Parte tutto da lì. Sono i pensieri a determinare le azioni. E dalle azioni… tutto il resto! Ecco che ritorna prepotentemente l’àncora di salvezza, il tuo bisso, il tuo perché.

Ho già scritto sia sul bisso del fotografo che sul perché di un fotografo e quindi chiudo questo post con una bella citazione ma prima ricordati sempre che faccio il tifo per te!

 

Semina un pensiero e raccoglierai un’azione,

semina un’azione e raccoglierai un’abitudine,

semina un’abitudine e raccoglierai un carattere,

semina un carattere e raccoglierai un destino

                                                                                                                                             (Swami Sivananda)

You cannot copy content of this page